Andrea Rompianesi (la maestrina)
Enea Biumi “La
maestrina del Copacabana e altri racconti”
(Genesi Editrice,2021)
“Chi fosse transitato alle quattro del mattino al Copacabana
avrebbe notato un’ombra sgattaiolare dalla porticina sul retro del night per
infilarsi in un’auto bianca: una Panda un po’ vecchiotta”. Con questo
fotogramma visivo inizia il primo dei testi che costituiscono la raccolta “La
maestrina del Copacabana e altri racconti” di Enea Biumi. L’autore, poeta e
narratore, è sempre stato un finissimo ritrattista di personaggi
caratterizzanti un certo mondo di provincia, in particolare quello del
Varesotto, ma con una tonalità estendibile a spazi più ampi; quella provincia
protagonista di ambientazioni incisive in percorsi che vanno da Piero Chiara ad
Andrea Vitali. La scrittura di Biumi è ricca di diffusa ironia con miscelature
dialettali. Nel caso specifico, cinque sono i brevi testi di narrativa che
compongono l’esito editoriale. Il primo, che fornisce il titolo al libro
stesso, tratteggia cromature di stagioni e di ambienti in cui l’ipocrisia e il
desiderio di ferire con la maldicenza incombono sulle vicende umane, come
quella della giovane e avvenente maestra di scuola che si trasforma in
seducente intrattenitrice di night club. Nel secondo, l’intreccio dei
tradimenti tra coppie che si incrociano determina un tragico esito. Biumi si
concentra sulla scrittura di un impianto specificamente dialogico, con una
riduzione della tonalità linguistica alla formula dell’immediato dicibile espresso attraverso
una incisione dei tratti quali tipologie di una società minimale identificata
da mentalità arcaiche ed espressività popolari; non escludendo poi l’intervento
autoriale in prima persona, nella sostanziale vocazione del cantastorie. Il
terzo racconto è forse quello con maggiore capacità di seduzione testuale anche
perché caratterizzato da una forte connotazione letteraria, portando l’io
narrante alla ricerca dei passi compiuti da Giuseppe Ungaretti, particolarmente
amato da Biumi. Sembrano riaffacciarsi le variegate emozioni condotte dallo
scorrere dei suoi fiumi, determinanti nella riflessione del grande poeta che ha
saputo così bene filtrare il sentimento del tempo, e del suo tempo. Il quarto
racconto si concentra sulla nitidezza dei ricordi che riaffiorano in chi si
ritrova nella fase conclusiva della vita. Le amicizie, gli amori, la guerra; la
successione degli stati d’animo e il fuggire dei momenti. L’ultimo testo, che
descrive un innamoramento contrastato sulla base dell’appartenenza a diversi e
distanti ambienti sociali, esprime uno stile particolarmente fluido e
scorrevole. Enea Biumi, in questo esito narrativo, riafferma la sua specifica
predisposizione al tratteggio dei caratteri, dei vizi e delle personalità che
contraddistinguono il più diffuso male di vivere, sempre però con
l’accompagnamento gentile di una garbata e divertita tolleranza.
Andrea
Rompianesi