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luigi fontanella

LUIGI FONTANELLA "DISUNITA OMBRA" (ARCHINTO,2013)

Tra Pessoa e Landolfi, citazioni colte emergono e indicano tappe di una soluzione inesausta che interpella il senso delle trafitture donate da luoghi, segni e gesti composti da una esperienza dell'essenza che annulla i confini geografici. E' il più recente libro di poesia di Luigi Fontanella, "Disunita ombra" (2013). Poeta studioso, nella sua biografia divisa tra l'Italia e gli Stati Uniti dove insegna presso la State University di New York, dirigendo anche la nota rivista "Gradiva", egli sembra ritrovare, in questo testo, i punti di contatto con ciò che di svelante concede la tregua. Estremamente suggestiva, una poesia centrale della raccolta che infatti si presenta come "racconto di una giornata", vede l'autore rivelarsi nel suo intendere i passaggi, anche abituali, come reinterpretazioni del già noto, come letture di un senso altro, non più sedotto dalla tentazione della scoperta, ma capace, attraverso versi discorsivi, narrativi, di cogliere l'esatto punto debole, il disperato comprendere ineludibile del poeta. Ritrovarsi con l'amico, quasi a sfuggire il monotono timore della solitudine, significa confrontare la propria acuta insofferenza verso un ambiente paludato e vuoto, una società che affonda la domanda nell'illusione di una sopravvivenza incauta. Ma i luoghi dell'America sono abitati nell'intento sognante di ritrovarvi suggestioni che parlino di Toscana o del borgo natio Carifi. Anche lo stesso lavoro intellettuale tende ad apparire come una ostinata volontà quasi eroica o, forse, un pretesto per solo ritrovarsi, e illudersi di sottrarsi alla morte. Fontanella qui si dedica ad un versificare diretto, nudo, immediato, rivolto all'intenzione di favorire una ricezione emotivamente sollecitata. Un sentire poetico inteso come approccio allo sviluppo di una pagina che chiede il rispetto della testimonianza. Qui, la ricerca linguistica vuole mantenere il passo con la significazione letteraria. L'evento narrativo in versi supera la sua natura di ossimoro, accetta l'incursione del poema in prosa o, meglio, di passi, stazioni, di prose brevi, ma, per lo più, insiste sulla trasformazione che ha permesso all'autore la riproposizione di un verso che, lontano da ogni fase di decostruzione, propone alcuni cenni di rima, riprende il ritmo cadenzato della spazialità utilizzata come pausa visiva del raccontare. Luigi Fontanella porta, quindi, in "Disunita ombra", una comunicazione prodotta da quella poiesi determinata a volgere in evento evocativo la solida compattezza delle unità "poematiche". E tutto ciò, sempre nell'intento nobile di mutare l'ascolto in partecipata adesione psicologica.



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