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paolo maurensig

PAOLO MAURENSIG "TEORIA DELLE OMBRE" (ADELPHI EDIZIONI, 2015)

Marzo 1946. Hotel do Parque a Estoril, Portogallo. Nella camera numero 43 viene ritrovato privo di vita Alexandre Alekhine, detentore del titolo di campione del mondo di scacchi. Da questo fatto di cronaca si avvia il romanzo "Teoria delle ombre" (Adelphi, 2015) di Paolo Maurensig. L'autore ricostruisce la vicenda di una morte sospetta, attribuita ad un evento accidentale ma che, in realtà, presenta molti lati oscuri. Il grande scacchista russo era accusato di collaborazionismo con il regime nazista e la morte giunge proprio nell'anno in cui si sta svolgendo il processo di Norimberga. Ma quello che rende affascinante il lavoro di Maurensig è la capacità di ridisegnare la figura del protagonista nelle sue sfumature psicologiche più liminari e complesse. Una vita nella quale il mondo della scacchiera rappresenta una sintesi alta di arte e tecnica congiunte in una dimensione capace di raccogliere nella geometria delle mosse l'avvicendarsi dei destini, ma anche di portare ad un allontanamento da tutto ciò che può rappresentare altro dall'impegno agonistico. L'ambientazione si concentra particolarmente nel mese di marzo, lungo un tracciato che delinea passi, riflessioni e ombre impreviste. I riti di una quotidianità sospesa convergono su di un punto che evidenzia l'attesa...quella di Alekhine che dovrà cercare di conservare il titolo affrontando l'astro nascente degli scacchisti sovietici, sostenuto dal regime di Mosca. Intanto l'attesa stessa è vissuta nella spossatezza di una salute minata dalle tensioni, dalle sigarette e dall'alcool. Il contesto ambientale disegna una sorta di teatro dove si compie un percorso emblematico e tragico. Lo stabilimento balneare sull'Atlantico ancora chiuso, il promontorio dove sorgeva il faro, la facciata barocca dell'albergo rivestita di azulejos... l'azzurro, appunto, delle cose che finiscono. Le passeggiate mattutine battute dal vento insinuano pensieri, ricordi, angosce, sensi di colpe rimosse. Regole di un gioco ferreo, "il più violento che esista" diceva Kasparov, che mette in moto ingranaggi ed equilibri, meccanismi di una logica imprevista nella quale non esiste creazione senza rischio, dove il dinamismo folgorante contiene in sé l'epifania di una teleologia. I pensieri subiscono processi inalienabili mentre le note di un pezzo di Duke Ellington si diffondono nella sala da ballo che accoglie gli ospiti intanto sopraggiunti al ritmo di uno swing proposto dai musicisti. C'è un clima di mistero che avvolge sale, corridoi e camere del vasto albergo; una luce azzurrina virante al viola sembra insinuarsi tra le pieghe dei tessuti lusitani. Sul mare una brezza leggera non può nascondere la presenza di cirri emblematici all'orizzonte. Diversi sono i personaggi che a vario titolo avvicinano Alekhine in quei giorni; ma il mistero rimane, il sospetto di un omicidio su mandato si rafforza,senza però giungere ad una risposta esaustiva. La complessità psicologica degli eventi è ben delineata dal tratteggio che l'autore realizza sulla pagina, evocando spettri della storia drammatica vissuta dall'Europa nella prima metà del Novecento. Tutto resta comunque possibile quando le tracce della scrittura sussultano con movimenti andanti e pause riflessive attraverso punti interrogativi e ultimi segreti che aleggiano tra gli ineffabili pezzi della scacchiera.



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