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Ugo Manzoni

Ugo Manzoni "Il giudice" (Compagnia della Rocca Edizioni, 2017)
 

Ugo Manzoni, poeta e narratore di   raffinato talento e profonda cultura, di cui ci piace ricordare un titolo   affascinante e coinvolgente come “L’uomo di Tangeri” (1995), splendido   esempio del raccontare con colta ironia il desiderio di fuga, di ricerca   dello straordinario e dell’insolito, qui ci presenta un ulteriore risultato   narrativo nella forma del racconto o romanzo breve. Ambientato a Parigi,   città molto amata dall’autore che vi ha anche soggiornato per lunghi periodi,   vede come protagonista il giudice André Merleau-Dellehave, personaggio   solitario e metodico, con poche frequentazioni rappresentate per lo più   dall’amico Auguste Bizot, testimone di una infanzia vissuta tra zingari   ammaestratori di orsi, e la gentile prostituta Charlotte. Ma,   improvvisamente, a sconvolgere la ripetitiva esistenza di André, giunge la   visione seducente di un altro volto femminile; anzi, un particolare che   determina la seduzione trascinante...i capelli rossi ramati di una giovane   seduta dietro a una finestra. L’elemento, il particolare, irrompe nella vita   programmata e scatena un incontrollato desiderio di cedere a nuove   tentazioni. Nel breve testo non mancano tratti di sognante meraviglia ed un evento   anche drammatico, ma quello che più scandisce una certa melodia vagante è   l’emergere di particolari che Manzoni carica di valenze impreviste. Le tracce   si colorano di pulsioni segrete e riverberi intimistici, in uno spazio urbano   che conosce le sfumature più ardite dei passaggi; così come l’inquietudine   può essere esito scaturito da “un luogo deprimente, illuminato giorno e notte   da lampade quasi avvolte da ragnatele nere, ridotte a lumi che si incontrano   più facilmente nei sogni”. Ma la compartecipazione dell’autore agli eventi   anche minimi è sempre rivelata da una riconoscibile postura che non trascura   grazia e curiosità, osservazione e ironia, sguardo indagante e, nello stesso   tempo, paziente. Ugo Manzoni sa come passeggiare nelle pagine tra un piccolo   bistrot dalle parti della Sorbonne, assaporare fragranze sospensive,   partecipare al richiamo della visione, evocare le tonalità de “La vie en   rose” e perdonare con il sorriso distinto dell’eleganza.
  
                                                                      
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