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VALERIA DI FELICE - L'ANTIRIVA (Di Felice Edizioni, 2014)

C'è, nella poesia di "L'antiriva" (Di Felice Edizioni, 2014), una connotazione significativa che identifica l'apporto linguistico dell'autrice, Valeria Di Felice, e che ne esalta la possibile alternativa... l'esserci di una classicità che rifiuta la deriva classicistica. Quello che potrebbe sembrare un ossimoro in realtà rivela un pregio, acutamente fissato già nei versi del primo testo ad apertura di corso, dove "l'errare ruga il tempo" e la potenziale incisione si fa atto decisivo, intingendo la penna nella geometrica spazialità del segno. La perenne attrazione verso un'eco di umore leopardiano comporta assuefazioni indocili e rinunce sedimentate all'aperto vagare del verso breve quando esso è tentato da un richiamo strofico per lo più accostante lo iato composto nella successione calante. Il rischio da allontanare è proprio la possibile seduzione del classicistico tratto che condurrebbe a infruttuosi episodi di sapore dionisiaco o arcaico; Valeria Di Felice, non sappiamo se volutamente o inconsciamente, evita lo scoglio ponendosi in una luce esclusivamente umanistica che si contrappone alla evocazione residuale e imitativa, tendendo invece alla spoliazione dell'unità sintattica, essenzializzata da una ritmica resa dalle figure materiche di sintagmi depurati. La chiarezza visiva dell'espressione concede soltanto all'aggettivazione, e solo a volte, l'anteporsi al sostantivo fissato quale perno di circostanza maieutica. L'evoluzione consonantica si stempera attraverso il remoto modulare delle vocali, l'allitterazione coniuga la specularità del connesso uditivo rivolto al passaggio icastico delle qualità espressive che, in alcuni momenti, si dilatano anche nel brano in prosa. Riva e antiriva si contendono l'episodio diurno caricato dalla responsabilità di tracciare le caratteristiche di quello che dovrebbe essere un orizzonte auspicabile, riconoscibile, altro dal previsto e dal condotto. S'intuisce che Valeria Di Felice, tra spunti di richiami lirici e panici, sta cercando una sua strada che, certamente, avrà ulteriori e forse inaspettati sviluppi. Il suo è un domandarsi quale punto di osservazione sulla riva sia l'ammissibile squarcio oltre la tela del previsto; il viaggio andrà così a reinterpretare tutto il potenziale espresso dal nitore dei significanti.


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