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La lista di Rosafol

LA LISTA DI ROSAFOL
Atto unico di Eugene Labiche
Traduz. Giuliano Mangano e Carlo Iori

Personaggi

Rosafol: il borghese parigino
Signora Rosafol: la moglie nobile
Antonina: la cameriera
Laridel: l’avvocato di Ginevra
Pierre: il maggiordomo

La scena rappresenta un salone riccamente arredato. Una porta sul fondo. Porte laterali. Un grande ritratto di una giovane donna è appeso a sinistra. Ritratto a destra. Uno studio a destra, un tavolo e una sedia a sinistra e, in fondo due ripiani. Su quello di sinistra ci sono dei piatti, un vaso di panna, bicchieri, una caraffa etc. Su quello di destra ci sono dei tovaglioli.

SCENA PRIMA
Pierre, Antonia

PIERRE - (introducendo Antonia) – Attenda un momento, signorina.....La signora Rosafol si sta vestendo .......Vi presenterò subito.
ANTONINA - (entrando in scena) – Le avete già parlato di me per il posto di cameriera?
PIERRE – Da tre giorni non faccio altro.......Le ho detto che Voi sapete cucire, pettinare, stirare, lavare......tingere i capelli bianchi.
ANTONINA – Non mi direte che la signora.....?
PIERRE – Silenzio! Non bisogna dirlo!.....Lei li nasconde sotto gli altri.....Ma c’è una cosa di cui non ho parlato, ed è il sentimento che provo guardandovi....
ANTONINA – Tacete, Pierre! .......E la casa è buona?....
PIERRE – Un vero formaggio alla crema......non ha che un inconveniente......il signore.
ANTONINA – Il signore?
PIERRE – E’ un donnaiolo.
ANTONINA – Come?
PIERRE – Soprattutto con le cameriere.....la signora lo ha già sorpreso due volte.....dovrete fare attenzione, ha un trucco.....si stacca i bottoni dei polsini.....se li fa ricucire e, nel frattempo abbraccia.....
accenna al movimento di strappare il bottone e a quello di abbarcciare
ANTONINA – Ma guarda! Ed è giovane il signore?
PIERRE – No......è un simpatico ometto di mezza età.......a cui piacciono le scappatelle; ma io vi ho presentato alla signora come una indomita virtuosa......gli ho detto che avete respinto le avances di un notaio.
LA VOCE DELLA SIGNORA ROSAFOL – Pierre! Pierre!
PIERRE – E’ lei!

SCENA II
Detti e Signora Rosafol
SIGNORA ROSAFOL – (entrando da sinistra, in secondo piano) – Pierre, siete sordo?
PIERRE – Mi scusi, signora......ero con la signorina......la cameriera di cui le avevo parlato.....
La signora Rosafol si avvicina ad Antonina
SIGNORA ROSAFOL – Ah! Molto bene (esaminando Antonina) Come vi chiamate?
ANTONINA – Antonina.
SIGNORA ROSAFOL – Vi credevo più anziana.
ANTONINA – Ho trentadue anni, signora.......
SIGNORA ROSAFOL – E’ molto giovane.
PIERRE – Sì, ma la signorina ne dimostra almeno quaranta.....
ANTONINA (arrabbiata) – Sfacciato!
PIERRE (sottovoce) – E’ per farvi accettare.
SIGNORA ROSAFOL – Le informazioni che ho preso sul vostro conto sono eccellenti.....Voi sapete cucire, pettinare?
PIERRE – E tingere.........
fa finta di massaggiarsi i capelli, si ricompone e, guadagna la destra in buon ordine
SIGNORA ROSAFOL (vivamente) – Va bene!.....(ad Antonina) Vi assumo.
ANTONINA – Spero che la signora sarà contenta del mio lavoro.
SIGNORA ROSAFOL – Ancora una parola..... il signor di Rosafol......nonostante i suoi nobili natali......dimentica qualche volta la distanza che separa il salone dall’anticamera....... Voi mi comprendete?
ANTONINA (abbassando gli occhi) – No, signora.
SIGNORA ROSAFOL – Tanto meglio......Ma sappiate che alla prima familiarità......si parte!
ANTONINA – Oh! La signora può stare tranquilla
PIERRE (a bassa voce alla signora Rosafol) – La poverina ha respinto la corte di un notaio!
SIGNORA ROSAFOL – Va bene.....sistemate la signorina......e dopo, siccome mio marito attende un amico che viene a passare qualche giorno da noi, preparate la camera rossa e accendete il fuoco nel salone. Oggi è il mio giorno di ricevimento....Andate!
Pierre guadagna il fondo della scena a sinistra
ANTONINA (salutando) – Signora......
SIGNORA ROSAFOL – Andate, figliola, andate!
Antonina esce di scena con Pierre
PIERRE (uscendo dietro ad Antonia, dice alla signora Rosafol) – Ha rifiutato la corte di un notaio!

SCENA III
La signora Rosafol, Rosafol, Pierre
SIGNORA ROSAFOL – (sola) – Ha l’aria di essere una persona onesta......ma l’avrei preferita più matura.
ROSAFOL – (entrando con un sacchetto di carta) – Eccomi! ........ E’ arrivato?
SIGNORA ROSAFOL – Chi?
ROSAFOL – Il mio amico Laridel.....
SIGNORA ROSAFOL – Non ancora. Cosa avete in mano?
ROSAFOL – Passando davanti al negozio della signora Bontoux ho acquistato dei pasticcini......per dare il benvenuto all’ospite….. ho pensato che avrebbero fatto piacere a Laridel.
Depone il pacchetto sul tavolo a sinistra
SIGNORA ROSAFOL – Ma chi è questo signor Laridel che non mi avete mai presentato?
ROSAFOL – Lo credo bene, abita a Ginevra......è un avvocato.....svizzero.....e si comporta con una franchezza.....svizzera! Non sa nascondere il suo pensiero!.... Così, supponiamo che la tua cuffia non gli piaccia..... Lui ti dirà immediatamente: Accidenti! Che brutta cuffia!
SIGNORA ROSAFOL – E’ proprio gentile!
ROSAFOL – L’abitudine delle montagne.....Del resto è un amico sicuro, fidato......
SIGNORA ROSAFOL – E’ sposato?
ROSAFOL – Non è così stupido!
SIGNORA ROSAFOL – Eh?
ROSAFOL – No......volevo dire che non ha il tempo di pensare alle donne.....passa il tempo curvo sui suoi ibri di diritto.....Laridel è fidanzato con il codice!
SIGNORA ROSAFOL – Comprendo.....è un uomo che ha dei principi.
ROSAFOL – Lui!......ne ha abbastanza da far straripare il lago dei Quattro Cantoni!
SIGNORA ROSAFOL – In questo caso, voi fareste bene a frequentarlo assiduamente.
ROSAFOL – Quello che dici mi fa male.
SIGNORA ROSAFOL – Ma io credo di avere il diritto......
ROSAFOL – Aglaure, tu sei ingiusta!.....
SIGNORA ROSAFOL – Cosa? Ma se vi ho sorpreso, meno di tre giorni fa, mentre prendevate le misure alla ia cameriera!
ROSAFOL – La ragazzina di Bordeaux.....ah! Com’è cattivo il mondo!.....aveva una vespa posata sulla camicetta......ho voluto cacciarla via ......e.......
SIGNORA ROSAFOL – Una vespa! In pieno inverno?
ROSAFOL - Forse mi sarò sbagliato! Sarà stata una mosca.
SIGNORA ROSAFOL – E va bene! E l’altra?
ROSAFOL – L’altra chi?
SIGNORA ROSAFOL – La cameriera che veniva dalla Piccardia....
ROSAFOL – Non la conosco.
SIGNORA ROSAFOL – (indicando la sinistra) – Ma se vi ho pizzicato là .....ai suoi piedi!
ROSAFOL – Mio Dio! Com’è cattivo il mondo! Ebbene, sì......ero in ginocchio..... ma davanti a chi? (indicando il ritratto di donna appeso alla parete) Davanti a questo ritratto....davanti a questa immagine cara.....
SIGNORA ROSAFOL – La vostra prima moglie.......voi mi avevate promesso di non parlarne più.......
ROSAFOL – (intenerito) – E’ vero.....ma è più forte di me...... quando ho dei dispiaceri nella mia vita matrimoniale.....quando sono il bersaglio di ingiuste supposizioni.....io mi inginocchio davanti a questo angelo (si mette in ginocchio), e gli dico: oh, tu che fosti buona!
SIGNORA ROSAFOL – Sempre quel ritratto....
ROSAFOL – Tu che fosti dolce, fiduciosa, non gelosa......perchè non fosti mai gelosa, tu!
Le manda un bacio
SIGNORA ROSAFOL – (con dolcezza rialzandolo) – Ebbene! Non lo sarò più....Edmondo! Non lo sarò più!
ROSAFOL – Finalmente! (a parte sollevandosi), questo funziona sempre!
SIGNORA ROSAFOL – Ma promettetemi di fare sparire quel ritratto.
ROSAFOL – (a parte) Ah! no! Il mio sistema! (forte) Impossibile! Cosa vuoi? Sono così devoto ai ricordi!.....Per esempio, se tu morissi......
SIGNORA ROSAFOL – Tieh! (facendo le corna)
ROSAFOL – .......e la mia terza moglie volesse far sparire la tua immagine .....io le risponderei: Mai!......Ecco come sono fatto!
SIGNORA ROSAFOL – (abbracciandolo) – Grazie! In fondo tu hai buon cuore......A proposito.....questa mattina ho assunto una nuova cameriera.......
ROSAFOL – Ah!
SIGNORA ROSAFOL – Non mi domandi se è giovane......
ROSAFOL – E a me cosa importa? .....spero che sia vecchia e butterata.
SIGNORA ROSAFOL – No! Non è butterata.
ROSAFOL – (a parte) Accidenti! Dopo l’ultima epidemia di febbre vaccina, non se ne trovano più di perfette!....
PIERRE – (apparendo sul fondo) – Signore.....c’è un signore che vi cerca......con una carrozza e dei bagagli.
ROSAFOL – E’ lui! E’ Laridel! Fallo entrare. (Pierre esce, quindi, rivolto a sua moglie). Ora tu vedrai un selvaggio.....un orso!

SCENA IV
Gli stessi e Laridel, questi compare dal fondo con un cappotto da viaggio e una valigia. Vestito severo. Pierre prende il cappotto e lo ripone; Laridel depone la sua valigia su una sedia, vicino alla mensola di sinistra.
ROSAFOL – (andando verso di lui) – Ah! Eccolo! Questo caro amico......(presentando Aglaure) La signora di Rosafol..... mia moglie.
LARIDEL – Scusatemi , signora, io sono un uomo delle montagne.......ho l’abitudine di dire quello che penso, sempre ed ovunque......Voi siete incantevole.
SIGNORA ROSAFOL – (salutandolo) – Signor Laridel........
LARIDEL – Accidenti, avete proprio una bella cuffia!
SIGNORA ROSAFOL – (felice) – Voi trovate?
LARIDEL – Deliziosa! Se fosse stata brutta ve lo avrei detto.
ROSAFOL – Oh! Te lo avrebbe detto!
SIGNORA ROSAFOL – Io spero, signore, che mi farete il piacere di passare qualche giorno con noi.
LARIDEL – Ad una condizione: che io possa continuare a parlare francamente.......Io discendo dai nostri ghiacciai, signora.......figlio di una natura aspra e selvaggia....... mi sarebbe impossibile piegarmi alle menzogne della vita civilizzata.......
ROSAFOL – Completamente impossibile!
SIGNORA ROSAFOL – Allora siamo d’accordo......
LARIDEL – Accidenti! Avete proprio un bell’appartamento!.....E’ ricco, è elegante..... (bruscamente ivolgendosi ad Aglaure). Io non so mentire.......Voi siete una donna di gusto, signora!
ROSAFOL – Brutale!
SIGNORA ROSAFOL – (ringraziando) – Ah! Signore.......
LARIDEL – Io mi attendevo di trovare in voi una donna brutta, vecchia.......senza grazia, senza fascino.....e invece è tutto il contrario.
SIGNORA ROSAFOL – (felice) – Ah!
ROSAFOL – (a parte) – Che sia diventato miope?
SIGNORA ROSAFOL – Signor Laridel......io amo la vostra rude franchezza......io so apprezzare la verità......(salutandolo). Vado a dare ordini per far preparare la vostra camera. (a Rosafol nell’uscire dal fondo). Vedrai che mi abituerò a lui!

SCENA V
Rosafol, Laridel
ROSAFOL – Ah! Non sei proprio cambiato......sempre rude brusco, austero........
LARIDEL – Cosa vuoi? Io non so transigere! A proposito! Ora che siamo soli, spiegami perchè ti ritrovo a Parigi sotto il nome di Rosafol, dopo averti conosciuto per vent’anni a Ginevra con il nome di Godivais.
ROSAFOL – Ah! Ecco quel che temevo........l’interrogatorio.......Vedi.....io ti sono affezionato.......ma mi fai paura.......nel vederti entrare.......mi sono detto: ecco la mia coscienza che arriva da Ginevra. ......
LARIDEL – (andando verso il fondo a prendere la sua valigia) – Non avrai perso l’onore?..... In questo caso: Addio!......
Si avvia all’uscita di destra
ROSAFOL – (tenendolo) – No! Resta!.....Che uomo!.......Ho cambiato nome.......ecco tutto......ho preso quello di mia moglie.
LARIDEL – Non m’interessa l’etichetta che c’è sulla bottiglia.
ROSAFOL – Grazie.
LARIDEL – Ma mi preoccupo del liquore che contiene! Perchè questo cambiamento di nome?
ROSAFOL – Mio Dio! E’ una debolezza.....una piccolezza..... se tu vuoi......la famiglia di Aglaure è legata alla più importante nobiltà della Loira...... che diamine!.....il nome di Godivais .....faceva arricciare il naso.......allora ho ottenuto l’autorizzazione per prendere quello di Rosafol.......Mi disapprovi....eh?
LARIDEL – (dopo aver riflettuto) – Tutti i nomi sono buoni quando nascondono un cuore di uomo onesto!
Posa il suo sacco sulla sedia a destra vicino all’ufficio
ROSAFOL – (a parte) – E’ proprio inflessibile!
LARIDEL - Tu, senza alcun dubbio, amavi la signora di Rosafol......E’ un matrimonio d’amore?
ROSAFOL – Sarebbe a dire......dunque tu non l’hai guardata?..... Quando ho lasciato Ginevra......dopo aver liquidato la mia impresa commerciale......mi restavano pochissime cose.......il soggiorno parigino non tardò a darmi il colpo di grazia......In breve! Ero senza risorse.......La signora di Rosafol si innamorò di me.....aveva quaranta mila lire di rendita.
LARIDEL – Ah! Diavolo!
ROSAFOL – La sua fortuna era un ostacolo......ne convengo.......ma io l’ho superato! Tu me ne vuoi! Eh!
LARIDEL – (dopo riflessione) – Io? Assolutamente no, tu hai saputo vincere un pregiudizio sociale........la filosofia ti ringrazia.
ROSAFOL – Ah! Mi fa proprio piacere che tu me lo dica!........perchè, in fondo, io mi biasimavo......ma, dal momento che la filosofia.......
LARIDEL – Sarebbe a dire che sei ricco?
ROSAFOL – Sarebbe a dire che sono ospitato, sfamato, vestito.......
LARIDEL – E i tuoi quarantamila franchi di rendita?
ROSAFOL – Sono di mia moglie.......e siccome noi siamo in regime di separazione dei beni......lei mi regala duecento franchi al mese per le mie piccole spese.......
LARIDEL – E’ poco.
ROSAFOL – Lei me le ha diminuite......Altrimenti avrei cinquecento franchi......
LARIDEL – E perchè?
ROSAFOL – Si è cacciata in testa delle idee di gelosia.......e pensa che tagliandomi i viveri.......ma ho trovato un trucco........questo ritratto (indica quello di sinistra) L’ho acquistato d’occasione ad un’asta giudiziaria.
LARIDEL – Chi è?
ROSAFOL – Non lo so.........qualche artista in miseria......Ho detto ad Aglaure che si trattava delle mia prima moglie.
LARIDEL – (afferrando nuovamente la valigia) – Una menzogna! Addio!
Si avvia verso l’uscita
ROSAFOL – (trattenendolo) – Aspetta! .....Non è un crimine.......tutt’al più una piccola bugia.......quando Aglaure diventa acida, biliosa, tirannica......io mi inginocchio davanti a questa signorina.......e indirizzo al ritratto dei rimpianti che inteneriscono mia moglie!…..Tu mi disapprovi, vero?
LARIDEL – (dopo aver riflettuto) – Assolutamente no.........davanti all’oppressione l’astuzia è un dovere!
Depone la sua valigia sul tavolo a sinistra
ROSAFOL – (a parte) – E’ inflessibile!
LARIDEL – Ma cosa ne è stato della tua prima moglie?
ROSAFOL – Dopo il divorzio non ne ho più sentito parlare......forse è morta.
LARIDEL – Ah! E’ stata una delle mie più belle cause!
ROSAFOL – tu l’hai conciata per bene davanti al tribunale!......Tutta Ginevra era là!
LARIDEL – L’ho chiamata baldracca!
ROSAFOL – Non hai esagerato! Ah! Me ne ha fatte vedere di tutti i colori, quella là
LARIDEL – Oh! Si!
ROSAFOL – Io non credo che esista in tutta la Svizzera un marito che ne ha sopportate più di me! E non lo dico per vantarmi!
LARIDEL – Senza considerare le cose che non sai.
ROSAFOL – Naturalmente.
LARIDEL – Per esempio il macellaio, tuo vicino.
ROSAFOL – Ah! Lo so! E’ sulla lista!.......
LARIDEL – E il cappellaio!
ROSAFOL – E’ sulla lista.......
LARIDEL – E l’orologiaio?
ROSAFOL – (cercando di ricordarsi) – L’orologiaio?.......Ah!No! Lui non è sulla lista! Come! Quel brunetto che veniva tutte le settimane a caricare le mie pendole!.....Lo credevo mio amico! (con amarezza) – Ah! Questo mi addolora!
LARIDEL – E’ stata anche colpa tua! Perchè sei andato a sposare la tua commessa?
ROSAFOL – Ti prego di credere che se avessi potuto fare diversamente.......Io l’amavo......e lei non mi voleva ascoltare......mi giurò che io ero il suo primo amore.....io l’ho creduto......a torto!.....e in buona fede!.....
LARIDEL – Te la sei fatta addosso ....... come un bambino.
ROSAFOL – Si!........Però mi sono vendicato.......il giorno della rottura.
LARIDEL - Come?
ROSAFOL – Avevo già dei sospetti...... curiosavo in tutti gli angoli.....senza sapere il perchè......Apro una delle sue cappelliere e trovo......un paio di stivali, con degli speroni! Lei cerca di convincermi che sono suoi.....in fede mia!......la pazienza mi scappa...... e gli allungo un paio di ceffoni! Battere una donna! Voi siete un vigliacco!......Tacete!.......no!.......si! Stavo per farlo ancora......quando ella prese la porta e sparì!......e non ne ho più sentito parlare.......
LARIDEL – E’ scappata con una specie di furfante di Ginevra che faceva il contrabbando di molle per orologi.
ROSAFOL – Bene! Ancora un altro che non è nella lista! Ah, già! Tutto questo deve restare tra di noi......non dire a mia moglie che io sono divorziato......lei mi crede vedovo.......
LARIDEL – (offeso, riprendendo la sua valigia) – Ancora una menzogna!
ROSAFOL – (cercando di fermarlo afferrando la valigia) – Ma no! Può darsi che lo sia.....almeno io lo spero......e poi se mia moglie viene a sapere la verità......non potrei più servirmi del mio sistema......(mostrando il ritratto) – L’angelo!......a olio.
PIERRE – (entrando da destra) – Signore, la vostra camera è pronta.......
Rosafol gli ridà la valigia
LARIDEL – Va bene.......allora vado.
Si avvia verso la porta di destra
PIERRE – Il signore desidera dell’acqua calda?
LARIDEL – Mai!.......una tavola per dormire......e l’acqua dei torrenti.....ecco tutto quello di cui ho bisogno!.......
Esce da destra seguito da Pierre

SCENA VI
Rosafol + Pierre
ROSAFOL – (da solo) – Questi Svizzeri! Che Spartani! Bene! Adesso non mi dispiacerebbe di vedere la nuova cameriera che mia moglie ha assunto......Dovrebbe mancarmi un bottone del polsino. (solleva la manica del suo abito e strappa un bottone dal polsino della camicia) – Ecco fatto!
Suona con il campanello che si trova sulla tavola di sinistra
PIERRE – (entrando dalla destra, in secondo piano) – Il signore ha suonato.
ROSAFOL – Si......dite alla cameriera di venire.......
PIERRE – Il fatto è.......che la cameriera è occupata......e se c’è qualcosa che .........io so cucire......
ROSAFOL – (con autorità) – Pregate la cameriera di venire.
PIERRE – Subito, signore! (a parte) Ecco che si comincia!
Esce da destra in secondo piano
SCENA VII
Rosafol poi Antonina
ROSAFOL – (solo) – Sarà una racchia spaventosa......mia moglie l’avrà sottoposta ad un esame di bruttezza.
ANTONINA – (entrando da destra) – Il signore desidera parlarmi.......
ROSAFOL – (senza guardarla) – Avvicinati, bambina mia.......ho perso un bottone del polsino e .........
ANTONINA – (riconoscendolo, nel momento in cui sta per cucire il bottone) – Ah! bah!
ROSAFOL – Mia moglie!
ANTONINA – Godivais!
ROSAFOL – Tu, qui! Io ti caccio!
Vuole prenderla per le braccia
ANTONINA – Non mi toccare!
ROSAFOL – (alzando le mani su di lei) – Stai attenta!
ANTONINA – (alzando le mani su di lui) – Non osare!
SIGNORA ROSAFOL – (da dietro le quinte, chiamando) – Pierre, Pierre.
ROSAFOL – Mia moglie.
SIGNORA ROSAFOL – Servite le paste.
SCENA VIII
li stessi, la signora Rosafol, poi Pierre, poi Laridel
SIGNORA ROSAFOL – (entrando dal fondo e vedendo suo marito e Antonia) – Ah! (a parte) – Già insieme!......- (a voce bassa a Rosafol) – Come la trovate?
ROSAFOL – Chi?
SIGNORA ROSAFOL – La nuova cameriera........
ROSAFOL – Io non l’ho neppure guardata.
PIERRE – (portando un tavolino apparecchiato che posa al centro del palcoscenico) – Signora, manca un tovagliolo.......
SIGNORA ROSAFOL – E’ vero......abbiamo un commensale in più......(ad Antonina) – Signorina......andate in guardaroba...... prendetelo dalla seconda pila......
Si siede a tavola, nel mezzo
ANTONINA – Si, Signora.....(a parte) – questo sì che è un incontro!
Esce in secondo piano da destra
ROSAFOL – (a Pierre) – Avete avvisato il signor Laridel?
PIERRE – (accennando a Laridel, che entra da destra) – Sì, signore, eccolo che arriva!
LARIDEL – (a voce bassa a Pierre, che gli porge la sedia) – Voi mi metterete un secondo cuscino.......di piuma!
PIERRE – (a parte) – Voleva dormire su una tavola.......che falsità!
Esce da destra, dove il panno è tagliato
LARIDEL – Mi stavate aspettando? Mille scuse.
ROSAFOL – (prendendo il vassoio con le paste) – Volevamo festeggiare il tuo arrivo.
Ci si siede, Aglaure al centro Rosafol e Laridel a ciascuno dei bordi
ROSAFOL – Il viaggio ti avrà messo appetito......assaggia questa pasta alla crema.
ANTONINA – (rientrando e porgendo un tovagliolo a Laridel) – Ecco il vostro tovagliolo, signor ........
LARIDEL – Grazie signorina.....(la riconosce e lancia un grido) – Ah!
ANTONINA – Ah! (a parte) – Il suo avvocato!
ROSAFOL – Accidenti! L’ha riconosciuta!
SIGNORA ROSAFOL – (a Laridel) – Che cosa avete? Per caso conoscete la signorina?
LARIDEL – Io......si direbbe......(a parte) – Lei non è morta! (ad alta voce) – Ho conosciuto suo marito.
SIGNORA ROSAFOL – Come! Voi non mi avevate detto di essere sposata!
ANTONINA – Perdonatemi, sono stata così sfortunata..........
LARIDEL – (a parte) – E’ leggermente ingrassata.....ma è diventata splendida!
ANTONINA – Preferisco non risvegliare questi ricordi......
SIGNORA ROSAFOL – Ah! vostro marito era.........
ANTONINA – ( fissando Rosafol e porgendo un piatto) – Un mostro! Un mascalzone! Un pezzente!
ROSAFOL – (urlando) – Tacete!
SIGNORA ROSAFOL – (a suo marito) – Perchè?......che cosa vi ha fatto?
ROSAFOL – (in tono naturale) – Niente.....Ho creduto che qualcuno suonasse alla porta......e allora ho detto: tacete......(ad Antonina) – Continuate con moderazione.....
ANTONINA – (molto agitata) – Era un ubriacone.......un bevitore di assenzio, che spendeva tutti i soldi che guadagnavo!
ROSAFOL – (furioso) – Basta! Datemi la panna!
ANTONINA – (a tono basso) – Canaglia!......tutto quello che guadagnavo.
Va alla console di sinistra a prendere il vaso della mostarda, con un piatto
ROSAFOL – (gridando) – La panna!
SIGNORA ROSAFOL – (a Antonina) – E allora!......non l’avete sentito?
ANTONINA – (in tono dolce) – Sì, signora......(a parte) – Essere anche obbligata a servirlo......(a voce alta e rivolgendosi bruscamente a Rosafol, urtandolo dal dietro e dandogli il vaso della mostarda) – Eccola!
Posa il vaso sul tavolo di sinistra
ROSAFOL – (prendendo il vaso) – La panna non si serve così! Si presenta su un piatto! Voglio un piatto!
Rende il vaso
SIGNORA ROSAFOL – (a Antonina) – Fate quello che vi ha detto il signore........
ANTONINA – (molto dolce e riprendendo il piatto dal tavolo) – Sì, Signora – (basso a Rosafol presentandogli il vaso sopra un piatto) – Tieni, miserabile!
Ritorna passando dietro al tavolo e si mette a destra
SIGNORA ROSAFOL – (a Laridel) – E’ una ragazza dal carattere molto dolce! – (a voce alta ad Antonia) – Che cosa è successo a vostro marito?
ANTONINA – Credo che sia in galera, Signora.
ROSAFOL – (a parte) – Accidenti!
LARIDEL – (a parte) – E brava la ragazza!
ANTONINA – Io sono scappata da casa un giorno che mi ha picchiata, perchè.....
ROSAFOL – (a parte) – La storia degli stivali.......nella cappelliera.
Beve
SIGNORA ROSAFOL – Perchè......
ANTONINA – Perchè volevo portare del pane alla mia vecchia madre......
Rosafol fa un movimento brusco e la bevanda gli va di traverso, è preso da un tremendo accesso di tosse che mette fine al pranzo. Tutti si alzano, Pierre entra e toglie la tavola.
SIGNORA ROSAFOL – Svelti! Dell’acqua.
Si precipita alla console e cerca un bicchiere
LARIDEL – Soffoca! Battetegli sulla schiena.
Lo fa sedere su una sediache prende dalla tavola di sinistra, e gli batte sulla schiena. Antonina, che era all’altezza della console di sinistra, ridiscende con un bicchiere e una caraffa, che deposita sul tavolo di sinistra
ANTONINA – (con voce carezzevole, avvicinandosi a Rosafol con un bicchiere d’acqua) – Povero signore che si è strozzato........(Larydel si sposta vicino alla signora Rosafol) – Bevete, vi farà bene!
ROSAFOL – (a voce bassa, minacciandola) – Vattene, svergognata!
ANTONINA – (a voce bassa) – Non mi toccare........o te lo getto in faccia.
Lei lo minaccia con il bicchiere
ROSAFOL – (a voce bassa) – La tua vecchia madre che aveva gli stivali!......
SIGNORA ROSAFOL – (accorgendosi del rumore dell’alterco) – Allora! Che succede?
ANTONINA – Niente!........è il signore che rifiuta l’acqua.
Antonina consegna il bicchiere d’acqua alla signora Rosafol, che lo porge a suo marito.
SIGNORA ROSAFOL – (ad Antonina) – Va bene.......voi potete andare a mettere in ordine la cucina.....dopo verrete ad orlare questi tovaglioli.
Gli indica una pila di tovaglioli sulla console di destra
ANTONINA – Sì, signora!
Antonina strappa via violentemente la sedia su cui era seduto Rosafol e gli assesta un colpo nelle gambe; Rosafol le getta sulla testa il suo tovagliolo; lei mette la sedia accanto al tavolo di sinistra, risale a destra, sistema i tovaglioli ed esce.
SIGNORA ROSAFOL – E’ molto educata, questa figliola......e poi, mi sembra fedele.
ROSAFOL – (protestando) – Oh! Questa è buona!
SIGNORA ROSAFOL – Cosa! Ma se voi non la conoscete?
ROSAFOL – Appunto!
Rosafol appoggia il bicchiere sulla console di sinistra
SIGNORA ROSAFOL – Signori......io vi lascio.....oggi è mercoledì, giorno di visite e io ho giusto il tempo per vestirmi. – (salutando) – Signor Laridel.......
Si sposta a sinistra
LARIDEL – (riconducendola) – Signora, ancora una volta, perdonate la mia rudezza.
Lui le bacia la mano.
SIGNORA ROSAFOL – Amo queste nature selvagge.
Esce, dalla seconda uscita di sinistra. Rosafol si è spostato a destra.

SCENA IX
Rosafol, Laridel
ROSAFOL – Ebbene! Cosa ne dici?
LARIDEL – Sarò franco!......piazzare la tua prima moglie al posto della seconda.
ROSAFOL – Io?
LARIDEL – Io non posso essere il testimone di un simile scandalo......perciò vado a prendere la mia valigia........
ROSAFOL – Ma non sono stato io ad assumerla!......E’ stata Aglaure a scovarla.....senza avvisarmi.
LARIDEL – Convengo che è diventata splendida......è un po’ ingrassata......
ROSAFOL – E’ il suo comportamento che non mi piace….
LARIDEL – Cosa conti di fare?
ROSAFOL – Vado a sbatterla alla porta......alla svelta!
LARIDEL – Calma! Pensa che ha portato il tuo nome.
ROSAFOL – Sì, l’ha portato.....e mi ha fatto conoscere in tutta la città!.......In fondo, non voglio essere pietato.......le pagherò i suoi otto giorni.
LARIDEL – Sistema tutto.....questo è affar tuo. Nel frattempo mi puoi indicare dove posso acquistare della carta bollata qui vicino?
ROSAFOL – In cima alla strada......lo spaccio dei tabacchi.
LARIDEL – Mi raccomando! Calma e fermezza!........Torno presto!
Esce di scena dal fondo
SCENA X
Rosafol, poi Pierre, poi Antonina
ROSAFOL – (alla tavola di destra, in piedi) – Sì, sarò fermo ma dignitoso!
Suona
PIERRE – (entrando in secondo piano da destra) – Il signore ha suonato?
ROSAFOL – Sì, pregate la cameriera di venire.....
PIERRE – (a parte) – Ancora. (a voce alta) – E’ impegnata, signore. Se c’è qualcosa che posso fare.......io so cucire.
ROSAFOL – (con autorità) – Pregate la cameriera di venire!
PIERRE – Sì, Signore – (a parte) – Si comincia! Si comincia! – (avvicinandosi) – Mi permetto di fare notare al signore che la signorina Antonina è una ragazza virtuosa.
ROSAFOL – Ah!
PIERRE – E che intendo domandarla in sposa......se lei possiede qualcosa.
ROSAFOL – (a parte) – Il mio successore! – (a voce alta) – Vai!
PIERRE – (a parte, uscendo) – Ho fatto bene a dirglielo.
Sparisce dalla destra in secondo piano
ROSAFOL – Sposare un domestico!......Una donna con la quale ho diviso la tavola e il letto......come siamo caduti in basso!
ANTONINA – (entrando seguita da Pierre) – Il signore desidera parlarmi?
ROSAFOL – (con dignità) – Avvicinatevi, signorina......Io consento a stendere un velo sul passato. (vedendo Pierre) – Eh allora! Cosa stai facendo là?
PIERRE – Ascolto.
ROSAFOL – Vattene!
PIERRE – E’ che........
ROSAFOL – (con forza) – Uscite, signor Pierre!
PIERRE – Sì, signore – (a voce bassa ad Antonina, prima di uscire) – Diffidate dei bottone del polsino.
Esce dal secondo piano
SCENA XI
Rosafol, Antonina
ROSAFOL – (con dignità) – Avvicinatevi, signorina, io consento a gettare un velo sul passato, a dimenticare tutte le amarezze......di cui mi avete coperto.....Rosafol non si ricorda più delle ingiurie subite da Godivais!
ANTONINA – Ebbene! Dove vuoi arrivare?
ROSAFOL – Non mi dia del tu, la prego......Amo credere che presentandovi in questa casa voi non sapevate di ritrovarmi......
ANTONINA – Oh! Certo che no!
ROSAFOL – Ora, voi dovreste comprendere cosa vi resta da fare.
ANTONINA – Cosa?
ROSAFOL – Lasciare questi luoghi e cambiare aria al più presto......
ANTONINA – Hai finito?.....
ROSAFOL – Non mi dia del tu, la prego.
ANTONINA – Vi farebbe molto piacere vedermi partire?....
ROSAFOL – Oh! Sì!
ANTONINA – Eh allora! Io resto!
ROSAFOL – Antonina!
ANTONINA – Tu mi hai dato uno schiaffo.....io l’ho sul cuore.....fino a quando non l’avrò reso.
ROSAFOL – (a voce bassa) – Ma tu ne avresti meritati cinquanta! Avventuriera! Spudorata!
ANTONINA – Niente parole grosse!.....
ROSAFOL – Ah! Ne ho sapute delle belle dopo la tua partenza!....Anche l’orologiaio...
ANTONINA – Cosa?
ROSAFOL – Degli altri, non dico niente....sono nella lista....ma l’orologiaio – (commosso) – un giovanotto che credevo mio amico.
ANTONINA – Non so quello che vuoi dire!......
ROSAFOL – Non mi dia del tu!......Vediamo, volete partire, sì o no?
ANTONINA – Io sto benissimo qui......Trovatemi un altro posto migliore.....
ROSAFOL – Ah! Non me ne posso occupare. Bignerebbe dare delle referenze.....La legge mi autorizza a pagarvi gli otto giorni....ma in considerazione del passato....no! In considerazione......della mia propria considerazione......io consento ad assegnarvi una indennità......e penso che trenta franchi......
ANTONINA – Trenta franchi!.....
ROSAFOL – Facciamo quaranta.
ANTONINA – (alzando le spalle) – Teneteveli! Voi mi fate arrossire!
Va a prendere un tovagliolo sulla console di destra, e viene presso alla scrivania a destra in primo piano; comincia a fare l’orlo al tovagliolo.
ROSAFOL – Vediamo....arriverò fino a cinquanta! Ma voi partirete all’istante! .... -(accorgendosi che lei continua a cucire) – Ebbene! Cosa fate ancora là?
ANTONINA – (seduta) – Faccio l’orlo a questi tovaglioli.....La signora me lo ha ordinato
ROSAFOL – E io, ve lo proibisco!
ANTONINA – Io non sono al vostro servizio.....io sono al servizio della signora......
ROSAFOL – Io vi ingiungo......
ANTONINA – (lavorando) – Ah! Lasciami in pace! Tu mi annoi!
ROSAFOL – Ah! E’ così!
ANTONINA – Sì, è così!
ROSAFOL – Ah! Se è così!.....Vado a cercare la guardia.
Va verso il fondo e si incontra con Laridel che sta entrando
SCENA XII
osafol, Antonina, Laridel
LARIDEL – (entrando, a voce bassa a Rosafol) – Ebbene!....E’ sistemato?
ROSAFOL – (a voce bassa) – Non sente ragione.....io mi sono lasciato trasportare dalla collera ....Parlaci tu che sei calmo.....arriverò fino a cento franchi, ti aspetto di là......sbrigati!
Esce dal fondo
SCENA XIII
Antonina, Laridel
LARIDEL – (a parte, guardando Antonina) – E’ diventata proprio splendida!…Seducente!
ANTONINA – (a parte) – Perchè mi ha lasciato sola con l’avvocato?
LARIDEL – (a Antonina) – Mia cara bambina, io sono stato incaricato di una missione penosa e delicata.
ANTONINA – (alzandosi e posando il tovagliolo sulla sedia) – Dice a me?
LARIDEL – Sì! – (prendendole la mano) – Vediamo....non mi direte che seriamente.....(a parte) – Ha delle mani morbide e delicate.....(a voce alta) – Non mi direte che seriamente voi pensate di restare in questa asa?
ANTONINA – Perchè?
LARIDEL – Questo povero Godivais.....non può vivere tra due donne.....la vostra presenza gli creerà dei problemi.....come ne sta già creando ad altri.
gli prende la mano tra le sue
ANTONINA – (a parte) – Guarda! guarda! L’avvocato! (a voce alta) – Ma io non sono più niente per il signor Godivais.....perchè abbiamo divorziato.
ARIDEL – (continuando a stringerle la mano) – Senza dubbio.....ma il ricordo, il ricordo affascinante!....
ANTONINA – Bisogna che mi guadagni da vivere, io.....non posso dormire all’ospizio, come un’orfanella!
LARIDEL – All’ospizio! Voi! Oh! (abbracciandola) – Non lo potrei sopportare! (l’abbraccia di nuovo) – Non lo potrei sopportare!
ANTONINA – Ma guarda! Voi mi abbracciate.....
LARIDEL – Io svolgo la mia missione.....che è quella di prendervi con la dolcezza.
ANTONINA – Questo non vi ha impedito di maltrattarmi davanti al tribunale.....voi mi avete chiamata......
Lei si sposta
LARIDEL – (seguendola) – Basta! Come avvocato, dovevo farlo..... come uomo di mondo, mi dispiace.
ANTONINA – Ah! Questo mi ha veramente addolorato! Una simile parola da parte vostra!
LARIDEL – Non piangete!.....la ritiro!....(abbracciandola) – La ritiro!
ANTONINA – Dunque, consigliatemi.....siate il mio appoggio, il mio avvocato.....
LARIDEL – Ah! Ma allora è differente.....dal momento che mi fate l’onore di scegliermi per difendere i vostri interessi.....
ANTONINA – Voi comprendete, la Signora è eccellente per me....io ho un buon posto....
LARIDEL – Bisogna mantenerlo.....
ANTONINA – Sì, ma il signor Godivais.....
LARIDEL – Voi lo avete in pugno!
ANTONINA – Come?
LARIDEL – La moglie lo crede vedovo.....quest’uomo passa di menzogna in menzogna.....minacciatelo di rivelare tutto.....
ANTONINA – E voi credete.....?
LARIDEL – (sentendo del rumore) – Silenzio! Eccolo.....riprendete il vostro lavoro.
Antonina ritorna alla sedia e riprende il cucito
SCENA XIV
Gli stessi, Rosafol
ROSAFOL – (affacciandosi dal fondo a bassa voce a Laridel) – E allora?
LARIDEL – (a bassa voce) – Impossibile! Non ne vuole sapere niente!
ROSAFOL – (a bassa voce, entrando) – Non ne dubitavo.....Ma ho trovato un sistema infallibile per farla mettere alla porta.....da mia moglie.
LARIDEL – Ah! Bah!
ANTONINA – (a parte) – che cosa stanno complottando quei due?
ROSAFOL – (a bassa voce) – Aglaure è gelosa.....e quando sospetta diventa una furia.....tu falla venire qui con un pretesto qualunque.....non appena comparirà, io mi getterò ai piedi d’Antonina.....così la cosa sarà evidente!
LARIDEL – Ingegnoso!
ROSAFOL – Vero? Aspetta.....Vado a vedere se mia moglie è sola.
Apre la porta del salone e guarda. Nel frattempo Laridel si avvicina velocemente ad Antonina.
LARIDEL – (a voce bassa ad Antonina) – Fate attenzione!.....Arriva sua moglie.....e lui si getterà ai vostri piedi!
ANTONINA – (a voce bassa) – Per farmi cacciare, il furfante!
ROSAFOL – (a Laridel che è ritoenato presso di lui) – In questo momento non ha visite...Vai!....e mandamela!
LARIDEL – (passando) – Stai tranquillo!
Esce dal fondo a sinistra
SCENA XV
Antonina, Rosafol poi la signora Rosafol e Laridel
ROSAFOL – (a parte) – Andiamo, bisogna fare un pò il cascamorto.....nell’attesa....per fortuna non è troppo scontrosa!
Si avvicina ad Antonina che cuce e fa un grosso sospiro. Antonina lo guarda. Rosafol passa dietro la sedia e si appoggia allo schienale, sospira di nuovo.
ANTONINA – Cosa avete?
ROSAFOL – Niente.....sospiro.....
ANTONINA – (lavorando) – Avete mangiato troppo?
ROSAFOL – No.....non è il cibo, Antonina!.....Nel rivedermi che sentimento hai provato? Diamoci del tu, vuoi?
ANTONINA – Per me è indifferente!
ROSAFOL – Infine, quale è stato il tuo primo pensiero?
ANTONINA – (guardandolo) – Mi sono detta: Mio Dio! Il povero Godivais è ingrassato!
ROSAFOL – (arrabbiato) – Ah! E’ tutto?
ANTONINA – Assolutamente.....
ROSAFOL – (con amarezza, passando davanti a lei) – Ebbene, amate una donna! Donatele la vostra giovinezza, il vostro amore, il vostro nome!......Non risveglierete in lei che un solo pensiero: Godivais è ingrassato!....Ah! Solo gli uomini sanno amare!
ANTONINA – (a parte) – Comincia la sua piccola farsa.
ROSAFOL – (a parte, guardando la porta a destra) – Aglaure non viene! – (ad alta voce) – Ebbene! Io, Antonina..... come ti sarai accorta.....
ANTONINA – Voi avete tentato di mettermi alla porta!
ROSAFOL – Sì, è vero.....era il senso del dovere che cercava di prendere il sopravvento....ma è andato a farsi benedire! Ben presto i ricordi si sono affollati nella mia mente.....guardandoti mi sono ricordato delle nostre passeggiate sul lago.....che la luna faceva risplendere di riflessi argentati.
ANTONINA – Poetico!
ROSAFOL – Mi sono ricordato della nostra colazione alle Charmettes, che l’illustre Jean Jacques ha magnificato per le loro cascate!
ANTONINA – Sì, parliamo della vostra colazione! Io volevo delle trote, voi mi avete ordinato una omelette!
Antonina appoggia il tovagliolo sulla sedia e si allontana
ROSAFOL – (con passione) – Ti ricordi!.....Non l’ha dimenticato! O potenze del cielo, che mi avete donato un’anima per soffrire, datemene un’altra per la felicità.
ANTONINA – (a parte) – Sta facendo lo sdolcinato in attesa che arrivi sua moglie!
ROSAFOL – Ascolta.....Non ti posso dare il mio nome.....Te l’ho già dato una volta e Dio sa che cosa ne hai fatto....ma io ti darò delle ricchezze!.....(a parte) – E Aglaure non viene! – (a voce alta) – Ti darò delle perle, dei rubini, dei topazi – (vedendo la signora Rosafol che entra seguita da Laridel) - Ah! Eccola! (si butta ai piedi di Antonina) – Antonina! Ti amo! Ti amo
ANTONINA – Lasciatemi!
Gli da uno schiaffone
SIGNORA ROSAFOL – Oh! Questo è troppo!
ROSAFOL – Sì, questo è troppo!
Si tiene una mano sulla guancia
SIGNORA ROSAFOL – (a suo marito) – Ritiratevi, signore, ci rivedremo al più presto....ora devo discutere con la signorina.
ROSAFOL – (a voce bassa a Laridel) – Molto bene....ora la metterà alla porta!
Esce da destra
SCENA XVI
La signora Rosafol, Antonina, Laridel e infine Pierre
ANTONINA – (a parte, facendo finta di dare uno schiaffone) – Siamo pari....gliel’ho reso! .....ho la mano intorpidita!
SIGNORA ROSAFOL – (ad Antonina) – Signorina.....quello che avete fatto mi è piaciuto.
ANTONINA – (stupita) – Cosa? Forse ho picchiato troppo forte.....
SIGNORA ROSAFOL – Per niente!....
LARIDEL – Non capisco....
SIGNORA ROSAFOL – Magari tutte le mie cameriere si fossero comportate allo stesso modo.
ANTONINA – Sono una ragazza onesta, io....non mi faccio incantare con delle belle promesse.…
SIGNORA ROSAFOL – Che cosa vi ha promesso?
ANTONINA – Mi ha offerto cinquanta franchi.
SIGNORA ROSAFOL – Cinquanta franchi!
LARIDEL – Il taccagno!.....
SIGNORA ROSAFOL – (aprendo il suo portafoglio e prendendo una banconota) – Tenete! Eccone cento!
ANTONINA – Per me?
SIGNORA ROSAFOL – Continuate a condurvi bene…..e tutto quello che vi prometterà….io lo raddoppierò.
ANTONINA – Impossibile.
SIGNORA ROSAFOL – Io non ho che una parola!
LARIDEL – (a parte) – Ma guarda! Ha messo le mani proprio su un buon posto!
SIGNORA ROSAFOL – Ora, ho bisogno di discutere con il signor Rosafol! – (ad Antonina) – Pregatelo di venire.
ANTONINA – Sì, signora.
Prende la caraffa, la posa sulla console di destra e ritorna presso la scrivania
PIERRE – (entrando) – Signora…..
SIGNORA ROSAFOL – Cosa?
PIERRE – Il signor conte e la signora contessa de Coco Mayor sono nel salone!
SIGNORA ROSAFOL – Che noia! Il mio giorno di ricevimento!…..Pazienza, mio marito attenderà. – (a Pierre) – Seguitemi.
Esce , seguita da Pierre
SCENA XVII
Antonina, Laridel, poi Rosafol e Pierre
LARIDEL – Questa poi! Voi farete una fortuna qui….Tutto quello che vi prometterà … io lo raddoppierò
ANTONINA – (con tono indifferente, iniziando a piegare il tovagliolo) – Oh! Una fortuna….io non domando tanto…..se solo avessi diecimila franchi.
Fissando Laridel
LARIDEL – Cosa fareste?
ANTONINA – (con semplicità) – Acquisterei un piccolo negozio di modista che è in vendita in Rue du Bac…..perché io, non domando che di vivere del mio lavoro!
Posa il tovagliolo sulla scrivania
LARIDEL – (a parte) – Sento puzza di bruciato!
ANTONINA – (avvicinandosi con un tono carezzevole) – Signor Laridel…..voi che siete così buono…..così gentile nei miei confronti…..
LARIDEL – (fermandola) – No…..è inutile, non vi sforzate…..Venendo al mondo ho fatto un voto.
ANTONINA – Quale?
LARIDEL – Quello di non prestare mai del denaro…..ma è impossibile che voi non abbiate qualche altra risorsa. Avete recuperato i beni che vi spettavano allo scioglimento del matrimonio?
ANTONINA – Cos’è questa storia?
LARIDEL – Sì…..mi ricordo…..tra le carte del processo….ho il vostro contratto di matrimonio….. Godivais vi riconosceva un contributo di tremila franchi…..
ANTONINA – Ebbene?
LARIDEL – Ve li deve….ma non dite che sono stato io – (vedendo apparire Rosafol) – Silenzio! ….E’ lui.
Antonina si allontana
ROSAFOL – (attraverso la porta costituita dal telo tagliato, a destra) – Mia moglie non c’è più?
LARIDEL – No
ROSAFOL – Allora posso entrare.
Entra in scena
ANTONINA – Vi dico addio, signor Godivais.
ROSAFOL – Ah! Capisco…..mia moglie vi ha……
ANTONINA – No…..me ne vado di mia spontanea volontà.
ROSAFOL – Ah! Grazie! Questo, in parte, mi compensa dei torti subiti
ANTONINA – Io credo che è venuto il momento di regolare i nostri piccoli conti.
ROSAFOL – E’ giusto. – (frugando in tasca) – Ho detto che sarei arrivato fino a cento franchi.
ANTONINA – No….Sono tremila i franchi che voi mi dovete.
ROSAFOL – Io?…..tremila bigliettoni!
ANTONINA – Ho il diritto di esigere i beni che mi spettavano allo scioglimento del matrimonio.
ROSAFOL – I vostri beni! Ma cosa volete esigere? Voi non avete contribuito minimamente al patrimonio famigliare!
ANTONINA – Io mi rimetto al signor Laridel…..il vostro amico….un uomo inaccessibile…..
ROSAFOL – Inflessibile! Dite inflessibile! E va bene! Questo mi va! Accetto Laridel. – (a parte) – Ora lui sistema tutto!
Nel corso di questo monologo, Laridel esamina il quadro a destra, si gira quando sente il suo nome
LARIDEL – Vi avverto che io non transigo……
ROSAFOL – E’ risaputo!
LARIDEL – Una semplice domanda…..hai tu, sì o no, riconosciuto alla signora un apporto di beni pari a tremila franchi?
ROSAFOL – Cosa sarebbe a dire che ho riconosciuto……
LARIDEL – Allora, tu devi tremila franchi!
ROSAFOL – Ma andiamo!…..sono passati quattordici anni…..io invoco la prescrizione.
LARIDEL – Ah! E’ differente…..dal momento che sono passati quattordici anni…..
ANTONINA – Come?
ROSAFOL – Lasciate parlare Laridel!
LARIDEL – Tremila franchi…..con gli interessi composti…..per quattordici anni….tu devi seimila franchi….
ROSAFOL – Tu sei impazzito!
ANTONINA – Voi avete accettato la sua decisione…..
ROSAFOL – L’ho accettata……così tanto per dire…..ma dal momento che questa mi condanna…..io non l’accetto più!…..
ANTONINA – Molto bene!…..Questa è malafede!…..Ora so quel che mi resta da fare.
Retrocede verso la falsa uscita
ROSAFOL – Dove andate?
ANTONINA – (fieramente) – Dal mio avvocato!
ROSAFOL – Un processo!….Aspettate. – (a Laridel) – Vediamo, cosa mi consigli?
LARIDEL – L’uomo d’onore che paga i suoi debiti calma la coscienza.
ROSAFOL – (a parte) – Dio! Come sono seccanti, gli uomini inflessibili!…..D’altra parte fioccheranno le carte da bollo…..Mia moglie apprenderà tutto. – (a voce alta ad Antonina) – Vediamo…..vi dò millecinquecento franchi!…..
ANTONINA – Seimila o niente!
ROSAFOL – Ma non li ho! Dove volete che li prenda? Non mi danno che duecento franchi al mese.
LARIDEL – C’è un sistema molto semplice……fai delle cambiali.
ROSAFOL – Come?
LARIDEL – Con scadenza mensile….
ANTONINA – Accetto…
ROSAFOL – Grazie….(a parte) – Seimila franchi….a duecento franchi al mese….. ne avrò per trenta mesi…..senza poter fumare un sigaro!
LARIDEL – Ebbene! Siamo d’accordo?
ROSAFOL – Un momento, che diavolo!…..Per prima cosa, non abbiamo la carta da bollo.
LARIDEL – Permettete?…..ne ho acquistato una piccola scorta questa mattina…..
ROSAFOL – (a parte) – E’ insopportabile.
ANTONINA – (porgendogli un fascio di carte da bollo che le ha dato Laridel) – E voilà.
ROSAFOL – Trenta cambiali, ne avremo fino a domattina.
LARIDEL – (sedendosi) - Ci mettiamo a scrivere tutti e tre.
ANTONINA – (sedendosi in fronte a Laridel e preparandosi a scrivere) – Dieci ciascuno.
ROSAFOL – (allo scrittoio di destra) – Su, sbrighiamoci; cosa bisogna scrivere?
LARIDEL – Vi detto io…..
ROSAFOL – Sì, ma se viene qualcuno, nascondiamo tutto.
LARIDEL – D’accordo. – (dettando e scrivendo) - Io pagherò il 15 novembre prossimo all’ordine della signorina Antonina…..
PIERRE – (entrando da sinistra) – Signore.
ROSAFOL – Gente!
Chiude velocemente lo scrittoio. Laridel e Antonina nascondono le cambiali che stavano scrivendo. Entrambi si alzano.
PIERRE – La signora baronessa di Justaminor è nel salone.
ROSAFOL – (alzandosi) – Ebbene! Cosa m’importa?
PIERRE – La signora baronessa domanda una foto del signore.….
ROSAFOL – (a parte) – Che il diavolo se la porti! – (a voce alta) – Va bene…..dite che vengo.
PIERRE – (a parte) - Cosa stanno facendo?
Esce
ROSAFOL – Vedete bene che non ho tempo, rinviamo a domani.
LARIDEL – (avvicinandosi velocemente allo scrittoio di destra e sedendosi) - Aspetta! Ho un’idea molto più semplice. – (scrivendo) – Una tratta di seimila franchi, pagabile di mese in mese in frazioni di duecento franchi; approva e firma.
Si alza, Rosafol prende il suo posto.
ROSAFOL – (firmando) – Questo lo preferisco.
ANTONINA – (prendendo la ricevuta che gli porge Laridel) – E’ buona lo stesso?
LARIDEL – Voi la farete registrare……a spese di Godivais.
ROSAFOL – (alzandosi) – Ah! permettetemi…….
SCENA XVIII
Gli stessi, la Signora Rosafol e Pierre
SIGNORA ROSAFOL – (entrando, seguita da Pierre) – Ebbene, signore!….Vi aspetto da un’ora……
ROSAFOL – (passa) – La mia fotografia…..vado!
SIGNORA ROSAFOL – La signora baronessa ha perso la pazienza, se n’è andata….
ROSAFOL – Domani mattina, andrò a gettarmi ai suoi piedi.
SIGNORA ROSAFOL – (spostandosi e vedendo Antonina) – Cosa fate là? Non stavate lavorando?
ANTONINA – Attendevo la signora, per salutarla.
ROSAFOL – (a parte) – Finalmente! Era ora!
SIGNORA ROSAFOL – Come! Voi mi lasciate…..e perché?
PIERRE – (supplicante; durante tutta la scena Pierre resta dietro i personaggi ma sul palcoscenico) – Sì, perché?
ANTONINA – Il signore mi tormenta troppo….
ROSAFOL – Io?
ANTONINA – (dando la ricevuta alla signora Rosafol) - Mi ha offerto ancora questo…..
ROSAFOL – (a parte) – Cosa sta facendo?
SIGNORA ROSAFOL – (prendendo la ricevuta e leggendo) – Una tratta di seimila franchi.
ANTONINA – Che io rendo alla signora…..
SIGNORA ROSAFOL – Bene, voi siete una ragazza onesta!
ANTONINA – ……Ricordandole che ella mi ha promesso di raddoppiare tutto quello che il signore mi avrebbe offerto.
LARIDEL - (a parte) - Molto brava!
SIGNORA ROSAFOL – Cosa!…..dodicimila franchi!
LARIDEL – Ah! Signora! Voi l’avete promesso!…..
SIGNORA ROSAFOL – Ebbene! Sia, manterrò la mia parola!…..Ma questi dodicimila franchi – (guarda suo marito) – saranno detratti dal mensile del signore.
ROSAFOL – Come!….Sessanta mesi da oggi!…..Ne avrò per cinque anni!
SIGNORA ROSAFOL – (al marito a voce bassa e carezzevole) – Edmondo, dipende da voi ottenere il mio erdono.
ROSAFOL – (a parte) – Io me lo sento…..ora mi domanderà.….delle cose….impossibili.
SIGNORA ROSAFOL – Sacrificatemi il ritratto della vostra prima moglie.
Ella indica il quadro.
ANTONINA – Come! Questa?…..Sua moglie?
Laridel le fa segno di non parlare.
ROSAFOL – (inquieto) – Hum! Hum! (a voce alta) – Pierre, staccate il ritratto……
Pierre esegue
SIGNORA ROSAFOL – (spostandosi) – E gettatelo nel fuoco!….
ROSAFOL – Oh! Grazia per il mio ricordo!….(a Pierre) – Portatelo in soffitta. – (a parte) – Così potrò riappenderlo.
LARIDEL – (a parte , guardando Antonina) – Che bella dama di compagnia sarebbe per un uomo d’affari! – (a voce alta ad Antonina) – Signorina, provereste ripugnanza ad occuparvi della casa di un uomo austero…..ma benevolo?
ANTONINA – Voi siete molto buono, signor Laridel, ma…..vorrei consultare mia madre!
ROSAFOL – (a Laridel) – Ma tu non hai pensato al macellaio?…..al cappellaio?…all’orologiaio?…..
LARIDEL – (sentenzioso) – Amico, ricordati che è meglio mangiare una buona fetta di torta in due piuttosto che un pezzo di pane nero da soli.
ROSAFOL – (a parte) – No! E’ troppo inflessibile!….(a voce alta) - Allora, se ti arriverà in casa qualche pasticcere, aggiorneremo la lista!

CORO
Aria
Se vuoi evitare il temporale
nel tran tran di vita coniugale
è molto spesso assai sensato
dimenticare il passato

Il poeta dice fra le rime
non ci sono rose senza spine
oggi quella spina che ho nel cuore
è la rosa del tuo amore

























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